Buoni pasto: la pausa pranzo diventa risparmio

Mensa aziendale

Mangiare è un costo, sì, ma se utilizzi i ticket lunch fai saving senza fatica!

Premessa

I buoni pasto nascono nel dopoguerra della seconda guerra mondiale, nel Regno Unito. 

Erano gli anni del razionamento alimentare, in cui le aziende si trovavano in grosse difficoltà economiche e faticavano a pagare il personale.

L’idea geniale arriva ad un uomo d’affari inglese, John R. Hack

Decide di emettere un giustificativo cartaceo, il buono pasto, che possa essere utilizzato dai lavoratori in sostituzione della carta moneta presso tutti i ristoranti del territorio nazionale, questi ultimi, avrebbero poi restituito i buoni alla società di Hack, la Luncheon Vouchers Ltd (trasformata poi in Accor Service)  ricevendo in cambio una somma in denaro pattuita preventivamente. 

Il governo inglese defiscalizza i buoni pasto e il sistema ottiene un enorme successo!

In Italia arrivano poco dopo, a metà degli anni 70, disciplinati dal D.P.C.M. 18 novembre 2005  come “Affidamento e gestione dei servizi sostitutivi di mensa“.

Ad oggi costituiscono un business milionario in continua ascesa: circa 2,5 milioni di persone in Italia utilizzano giornalmente i buoni pasto, 10 sono le aziende emettitrici,  per un giro d’affari di circa 2,2 miliardi di euro.

Hai un’azienda? Sei titolare di una partita iva? Bene: in questo articolo ti spiego perché non puoi farti scappare l’opportunità di risparmiare… mangiando!

Cosa sono i buoni pasto?

Vuoi riconoscere ai tuoi lavoratori un servizio di ristoro? Puoi usare i buoni pasto!

I ticket lunch costituiscono una modalità alternativa alla mensa per riconoscere ai propri dipendenti/collaboratori un servizio alternativo a:

  • mensa aziendale con gestione diretta
  • mensa aziendale con gestione appaltata a società esterne
  • indennità sostitutiva di mensa riconosciuta al lavoratore quando non è presente il servizio mensa o non ne usufruisce.
Ristorante

La Circolare del Ministero delle Finanze n. 326/E del 23.12.1997 stabilisce che l’azienda possa scegliere tra queste modalità quella che meglio si adatta alle sue esigenze, utilizzandone contemporaneamente anche più di una.

Concretamente: cos’è il buono pasto?

Si tratta di un pezzo di carta, il buono pasto cartaceo, o una carta magnetica simil bancomat, il buono pasto elettronico, dotato di un valore economico che può essere speso per acquistare il pasto presso gli esercizi affiliati, ristoranti/bar/gastronomie/self service, e/o nei supermercati affiliati per comprare beni alimentari.

I ticket pasto sono personali, non possono essere venduti né ceduti a terzi, non danno diritto a resto, non possono essere convertiti in denaro, e hanno una scadenza che vincola la loro spendibilità.

Buoni pasto: a chi spettano

I buoni pasto vengono erogati dall’azienda, pubblica o privata, a diverse tipologie di lavoratori:

  • Lavoratori subordinati a full time e/o part time
  • Lavoratori parasubordinati che collaborano con l’azienda.

I beneficiari spendono il buono presso gli esercizi convenzionati, anche in giornate lavorative festive o domenicali (art. 285 del D.P.R. n. 207/2010).

I ticket possono essere erogati anche se l’orario di lavoro del dipendente non prevede la pausa pranzo, e/o se terminato il lavoro, il lavoratore non riesce a raggiungere il proprio domicilio entro l’esaurirsi della pausa.

L’azienda non è obbligata a corrispondere i buoni pasto, salvo quando sono espressamente previsti dal contratto collettivo di riferimento, o da accordi di secondo livello o individuali, ecco perché rientrano nella categoria dei Fringe benefit.

Tipologie di buoni pasto

Tutti i buoni pasto, per definirsi tali, hanno in comune alcune caratteristiche irrinunciabili:

  • Indicazione del valore economico detto anche valore facciale, espresso in euro.
  • Indicazione codice fiscale o della ragione sociale dell’azienda emittente.
  • Indicazione della scadenza, ovvero del termine ultimo entro il quale il buono può essere speso. Superata la scadenza non può più essere utilizzato.
  • Apposito spazio per apporre data di utilizzo, firma del lavoratore / titolare, timbro dell’esercizio convenzionato in cui il buono è stato utilizzato (nel buono elettronico vengono caricati in automatico);
Buono pasto cartaceo
  • Dicitura specifica: “il buono pasto non è cedibile, né cumulabile oltre il limite di 8 buoni, né commercializzabile o convertibile in denaro; può essere utilizzato solo se datato e sottoscritto dal titolare”.

I ticket lunch si dividono in cartacei e elettronici, introdotti più di recente.

Il ticket cartaceo viene erogatoal lavoratore in forma cartacea appunto. Il valore unitario viene scelto dall’azienda, di solito varia dai 2 ai 10 euro, e può essere speso presso gli esercizi convenzionati (bar, self service, gastronomie, ristoranti, take away, e supermercati).

L’affiliato ritira il buono, e lo presenta alla società emittente, che gli renderà il corrispettivo in denaro trattenendo una percentuale pattuita da contratto come costo di servizio.

Fino a poco tempo fa, per i buoni cartacei è prevista la totale detassazione, e la totale decontribuzione per il dipendente e il datore di lavoro fino ad un massimo di 5,29 euro.

Con la nuova Legge di Bilancio 2020, la soglia massima è stata ridotta a 4 euro.

Il costo del servizio è deducibile e l’IVA totalmente detraibile (DL 25 giugno 2008 n. 112, art. 83, comma 28 bis).

I ticket elettronici funzionano allo stesso modo di quelli cartacei, cambia solo il tipo di supporto: si tratta di una sorta di carta magnetica da utilizzare come un bancomat/carta di credito dal lavoratore.

POS per buoni pasto elettronici

La soglia di esenzione da decontribuzione è più alta, pari a 7,00 euro, innalzata a 8 euro con la nuova Legge di Bilancio.

Acquistare i buoni pasto conviene?

Arriviamo al punto: mangiare costa, pagare il pasto ai propri dipendenti costa ancora di più perchè ci sono le tasse e i contributi che si sommano al valore netto dell’importo erogato.

Il vantaggio del ticket pasto è massimo se l’azienda si mantiene sotto i 4 euro per i buoni cartacei, e sotto gli 8 euro per i buoni elettronici, perché:

  • NO ONERI FISCALI
  • NO ONERI PREVIDENZIALI
  • COSTO SERVIZIO DEDUCIBILE
  • IVA DETRAIBILE AL 100%

I buoni pasto sono soggetti a tassazione e contribuzione solo per la parte che eccede i 4 euro complessivi giornalieri ovvero gli 8 euro nel caso in cui gli stessi siano in formato elettronico.

L’eventuale concessione dei buoni pasto nei giorni non lavorativi rende gli stessi interamente soggetti a tassazione.

Salvo diverse disposizioni dei contratti collettivi nazionali o aziendali, anche se in parte soggetti a oneri previdenziali e fiscali, i buoni pasto non vengono considerati retribuzione, ovvero non incrementano il reddito prodotto dal lavoratore.

Il vantaggio contributivo e fiscale cambia se ad acquistare i buoni è un’azienda o una partita Iva.

Vantaggi AZIENDA

  • Deducibilità al 100% fino a 4 euro/8 euro giornalieri
  • Più economico rispetto all’indennità sostitutiva di mensa in busta paga
  • Totale eliminazione dei costi legati alla gestione di locali mensa
  • Gestione semplice dal punto di vista amministrativo
  • Aumento delle capacità di spesa del dipendente a vantaggio del clima aziendale

Vantaggi PARTITA IVA (in regime ordinario)

  • Deducibilità al 75% delle spese sostenute (limite fino ad un massimo del 2% di fatturato per i liberi professionisti)
  • Totale detrazione IVA 10%
  • Gestione semplice anche con la fatturazione elettronica
  • Possono essere utilizzati per fare la spesa al supermercato

Riferimenti di legge: Agenzia delle Entrate, risoluzione n.118 30/10/2006; circolare Inps 3/1/2007.

Non solo l’azienda/partita IVA ha dei vantaggi nell’utilizzo dei ticket lunch, anche il LAVORATORE! Ecco i suoi vantaggi:

  • Incremento capacità di spesa
  • Maggiore flessibilità negli orari di pausa in quanto non ci sono orari di mensa prestabiliti
  • Maggiore libertà nel scegliere dove spendere la propria pausa pranzo
  • Possibilità di spendere il proprio buono pasto al supermercato
  • I ticket lunch non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente
Uomo pensatore

Visto che nella vita, di solito, non è tutto oro quello che luccica, è importante valutare in maniera critica e obiettiva anche gli svantaggi dell’utilizzo dei buoni pasto:

Svantaggi AZIENDA

  • gestione amministrativa separata rispetto alla sola busta paga come unico documento

* La gestione del buono pasto elettronico è più semplice, ma ci sono meno esercizi convenzionati e meno società emettitrici che li trattano.

Svantaggi LAVORATORE

Meno libertà di gestione. Il denaro erogato sotto forma di indennità sostitutiva di mensa, può essere speso in qualsiasi maniera, mentre il buono pasto può essere speso solo per pasto/spesa.

Conclusioni

Bene, hai letto tutto l’articolo!

Adesso hai gli elementi per chiamare subito il tuo commercialista e prendere un appuntamento per valutare la tua situazione e l’eventuale convenienza/beneficio economico che puoi trarre dall’utilizzo dei buoni pasto.

Nel caso tu abbia dei dipendenti, e decida di introdurre l’utilizzo dei ticket lunch, ti consiglio di parlarne con loro mediante specifica riunione di staff o riunioni sindacali.

È basilare fornire Loro apposita documentazione scritta riguardo le modalità di erogazione e di utilizzo, sensibilizzandoli rispetto ai vantaggi di cui godranno, giova al clima aziendale!